mercoledì 5 novembre 2014

Incontro tra la Federazione Umanista Europea e il Governo italiano



EHF 9f0c5 
consulte2

uaar 55453
Sua Eccellenza Sig. Matteo Renzi,
Capo del Governo
Presidenza del Consiglio dei ministri
Palazzo Chigi Piazza Colonna 370
00187 Roma - Italia
Brussels, 24 giugno 2014

Presidenza Italiana del Consiglio dell'Unione europea
Eccellenza,
La Federazione Umanista Europea (EHF) (European Humanist Federation, EHF) raggruppa 56 organizzazioni in 20 paesi europei e rappresenta i punti di vista e gli interessi di quei cittadini europei privi di convinzioni religiose ma portatori di una visione umanista della vita ed impegnati nel sostegno ad una visione laica del mondo.

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) e il Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni (CNCLI) sono organizzazioni facenti parte dell’EHF.

Ai sensi dell’Articolo 17 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, la EHF è riconosciuta, unitamente alle chiese ed alle organizzazioni religiose, quale partner per il dialogo con l’Unione Europea, in quanto principale organizzazione “filosofica e non-confessionale” in Europa.

La EHF si incontra quindi regolarmente con il presidente della Commissione, col Consiglio e col Parlamento.

Come certamente saprete, già prima dell’adozione del Trattato di Lisbona, le varie, presidenze hanno tenuto incontri ad alto livello con i rappresentanti delle varie chiese. 


A partire dalla presidenza belga del 2010, anche la EHF è stata invitata, separatamente, a discutere i propri punti di vista con tutte le successive presidenze.

Noi crediamo che i disposti dell’Articolo 17 debbano continuare ad essere pienamente applicati, sulla base dei fondamentali principi dell’Unione Europea di parità e di non-discriminazione.

Sulla base di quanto sopra Vi chiediamo quindi cortesemente di organizzare, nel periodo della Vostra Presidenza, un incontro con la nostra organizzazione.

Noi riteniamo che questo indicherebbe come la Vostra Presidenza sia impegnata in un trattamento paritario nei confronti dei soggetti che rappresentano sia i cittadini religiosi che i non-religiosi e come, oltre ai contributi delle chiese, il Consiglio tenga conto anche dei contributi provenienti dall’ampio numero dei cittadini non religiosi.

In attesa di cortese risposta.
firme lettera FHE a Renzi 29758





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A seguito di tale richiesta, in data 26 settembre, il Governo italiano, nella persona del Sottosegretario agli Affari Esteri, sen. Benedetto Della Vedova, ha incontrato, alla Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri, i rappresentanti della EHF, che hanno sottoposto al Governo le proprie istanze e le proprie richieste in merito alle istituzioni europee ed a quelle italiane, in un incontro durato oltre due ore.
La delegazione della Federazione Umanista Europea era costituita dal belga Pierre Arnaud Perrouty, componente del board della EHF, da Tullio Monti, Portavoce del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni, da Giulio Ercolessi, componente del board della EHF (in rappresentanza del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni), da Raffaele Carcano, Segretario dell’UAAR e da Adele Orioli, responsabile giuridica dell’UAAR.
L’incontro ha segnato un importante riconoscimento del ruolo svolto in Europa dalla EHF e in Italia dalle associazioni laiche ad esso aderenti, le quali, per la prima volta nella storia della Repubblica, hanno potuto rappresentare al Governo italiano le istanze di milioni di cittadini italiani, in merito alla laicità delle istituzioni ed ai diritti civili, che non trovano normalmente alcun ascolto e alcuna accoglienza dalla politica, dal Parlamento e dai governi italiani.


DRAFT EHF Recomm  for the Italian Presidency  19 sept  3e274

RACCOMANDAZIONI DELLA EHF (FEDERAZIONE UMANISTA EUROPEA) 
ALLA PRESIDENZA ITALIANA DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA
La EHF è grata di poter esprimere la sua posizione nel contesto della Presidenza Italiana del Consiglio Europeo sull’articolo 17 TFEU che organizza il dialogo tra le istituzioni europee, le chiese e le organizzazioni non confessionali.
Osservazioni preliminari sull’implementazione dell’articolo 17 TFEU durante i turni di Presidenza del Consiglio Europeo
Nell’articolo 17 del TFEU, la EHF è riconosciuta, con le chiese e le organizzazioni religiose, come partner nel dialogo con la UE, essendo la principale organizzazione ‘filosofica e non confessionale’ in Europa. Per questo abbiamo incontri regolari con i presidenti della Commissione, del Consiglio e del Parlamento.
Molto prima della adozione del Trattato di Lisbona, le presidenze di turno hanno sempre incontrato i rappresentanti delle chiese (a volte anche con i rappresentanti di altre importanti religioni). E’ stato solo a partire dalla Presidenza del Belgio nel 2010 che la EHF è stata invitata separatamente ad esprimere le sue opinioni con le successive presidenze.
La EHF crede fermamente che l’Articolo 17 TFEU debba essere applicato mantenendo l’assoluto rispetto del fondamentale impegno Europeo per l’uguaglianza e la non-discriminazione.
Ciò significa che le delegazioni delle chiese e i rappresentanti delle organizzazioni non confessionali dovrebbero essere sempre ricevuti sullo stesso piano. Sfortunatamente questo non si è sempre verificato, e la questione è stata ripetutamente sottoposta all’attenzione del precedente Presidente Herman Van Roumpuy dalla nostra organizzazione e da membri del Parlamento Europeo.
Se le delegazioni delle chiese dovessero essere ricevute dal Primo Ministro Matteo Renzi, dal Ministro Italiano per gli Affari Esteri o dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, noi chiediamo rispettosamente di organizzare un simile incontro allo stesso livello con la EHF. Crediamo che ciò dimostrerebbe che la vostra Presidenza si impegna a trattare in modo imparziale le rappresentanze delle persone religiose e non-religiose in Europa e che, oltre al contributo delle chiese, il Consiglio ascolta anche il contributo della ampia popolazione non-religiosa.
Questioni Europee
  • Difendere la libertà di religione e di credenza e la libertà di espressione collegata a questioni religiose
Nel giugno 2013 la UE ha adottato le nuove Linee guida Europee sulla promozione e tutela della libertà di religione e di credenza(1) (FoRB) perché fossero messe in pratica nella sua politica estera. Mentre proclamano l’imparzialità europea verso la religione o le credenze, queste Linee guida hanno l’obiettivo di aiutare la UE a promuovere la libertà di religione e di credenza al di là dei suoi confini, e di rimediare in modo coerente ed effettivo alle violazioni all’estero di questo diritto.
La EHF è stata fortemente coinvolta nella loro stesura dall’ottobre 2012 al giugno 2013 ed ha contribuito ad assicurare che le Linee guida avessero un approccio laico ed equilibrato. La EHF ha particolarmente apprezzato il chiaro sostegno europeo alla libertà di espressione sulle questioni religiose ed alla sua esplicita richiesta di sopprimere le leggi sulla blasfemia nei paesi extraeuropei.
RACCOMANDAZIONI – La Presidenza italiana del Consiglio ed il Servizio Europeo per le Attività Esterne (EEAS) dovrebbero:
- Ricordare agli altri paesi il loro obbligo di tutelare la libertà di religione o di credenza, che include la libertà di praticare la religione che si è scelta, di cambiare le proprie credenze e di non avere credenze religiose
- Assicurare che tutte le delegazioni europee e le ambasciate degli Stati Membri siano regolarmente aggiornate e formate sulle Linee guida sul FoRB e agiscano prontamente e concretamente per la loro applicazione
- Fare pressione perché ci siano regolari e trasparenti verifiche e valutazioni dell’applicazione delle Linee guida sul FoRB, con sistematici report pubblici ed una stretta collaborazione con le organizzazioni della società civile
La EHF è particolarmente preoccupata dalla persistenza del doppio standard europeo sulla libertà di religione o di credenza: mentre le istituzioni europee sono molto chiare nel condannare le leggi sulla blasfemia all’estero, tacciono invece quando il problema si manifesta all’interno dei confini europei. Comunque diversi Stati Membri condannano ancora la blasfemia o l’ “insulto religioso” (Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Francia [Alsazia Mosella], Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo e Slovacchia). In Grecia questa legge può ancora portare al carcere, come ci ricorda il caso recente di Filippos Lozos(2).
(1)Linee guida Europee sulla promozione e protezione della libertà di religione o di credenza, incontro del Consiglio per gli Affari Esteri in Lussemburgo, 24 giugno 2013.
(2)Nel gennaio 2014 fu condannato in Grecia a 10 mesi di prigione per aver preso in giro un monaco su Facebook.
RACCOMANDAZIONI – La Presidenza italiana dovrebbe:
- Fare pressione sulle istituzioni Europee affinché seguano la Relazione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea (2012) del Parlamento Europeo e affinché riconoscano che il secolarismo, definito come la assoluta separazione tra la politica non-confessionale e le autorità religiose, così come l’imparzialità dello Stato, sono i mezzi migliori per garantire la non-discriminazione e l’uguaglianza tra le religioni e tra credenti e non-credenti
- Fare pressione sul Consiglio e sui ogni Stato Membro affinché siano revocate tutte le leggi nazionali contro la blasfemia e l’insulto religioso, come raccomandato dal Consiglio d’Europa(3) e dal Parlamento Europeo(4)
- Fare pressione sulle istituzioni Europee affinché tutelino la libertà di espressione e affinché facciano una chiara distinzione tra critiche accettabili a credenze religiose o filosofiche e limiti ammissibili alla libertà di espressione (per esempio l’insulto, l’incitamento all’odio, ecc.) all’interno dell’Europa
  • Combattere la discriminazione in tutti i campi
La EHF è preoccupata per la persistenza della discriminazione, della violenza, dell’intimidazione e del bullismo, che prendono di mira particolarmente le minoranze etniche, i Rom, i migranti, le minoranze religiose, i non-credenti, e le lesbiche, i gay, i bisessuali, i transgender e le persone intersessuali (LGBTI).
Questa situazione è drammaticamente peggiorata a causa della crisi economica e il crescente impoverimento di molti Stati Membri. Questa situazione ha portato all’aumento delle tensioni sociali e politiche.
RACCOMANDAZIONI – La Presidenza italiana del Consiglio dovrebbe:
- Fare pressione sul Consiglio affinché sia sbloccata l’adozione della direttiva orizzontale anti-discriminatoria del 2008, che contribuirebbe ad affrontare le molteplici discriminazioni (massime nel mondo del lavoro oppure al di fuori del mondo del lavoro) impiego, ed affinché l’Europa si allinei i suoi recenti impegni internazionali (ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone Disabili del dicembre 2010)
- Reagire con forza alle discriminazioni continue verso le comunità Rom, che includono  reati motivati dall’odio e espulsioni
- Fare pressione affinché sia adottata una politica pluriennale globale per tutelare i diritti fondamentali delle persone LGBTI in Europa, che segua le forti raccomandazioni dell’Agenzia dei Diritti Fondamentali(5) e del Parlamento Europeo(6)
(3)Relazione della commissione di Venezia del 23 ottobre 2010 e Raccomandazione PACE 1805 del 29 giugno 2007
(4)Risoluzione della situazione dei diritti fondamentali nella UE (27 febbraio 2014)
(5)Ricerca 2013 sulle persone LGBT nella UE – ricerca della Unione lesbica, gay, bisessuale transgender Europea
(6)Relazione sul Piano Europeo contro l’omofobia e la discriminazione sulla base degli orientamenti sessuali e dell’identità di genere (8 gennaio 2013)
- Seguendo gli studi FRA sulle continue discriminazioni all’interno dell’Europa, richiedere alla Commissione di lanciare una procedura di infrazione contro gli Stati Membri in difetto
- Fare pressione per la creazione di un nuovo meccanismo capace di riferire (sull’interesse individuale)  per l’allargamento del mandato della agenzia Europea sui diritti fondamentali al fine di lavorare sulle discriminazioni e su tutte le violazioni dei diritti umani in tutti gli ambiti della legislazione europea in ogni Stato Membro
  • Tutelare i diritti umani e i principi di legalità in tutta Europa
Le violazioni dei diritti umani e dei principi di legalità persistono in molti Stati Membri europei. Questi attacchi sono aumentati a causa dell’impatto della crisi economica e della crescita dei movimenti estremisti e populisti in tutta Europa. In questo contesto, l’Europa non è riuscita a difendere i suoi valori e a reagire contro le violazioni dei diritti umani commesse dagli Stati Membri (vedi, per esempio, le espulsioni dei Rom dalla Francia, i ripetuti attacchi dell’Ungheria ai diritti fondamentali e ai principi di legalità, la violenza xenofoba e omofoba in Grecia, ecc.).
Per ottemperare al suo impegno sui diritti umani e per difendere i suoi valori stabiliti dall’art. 2 del Trattato dell’Unione Europea, l’Europa deve affrontare sia le sfide quotidiane ai diritti umani al suo interno che le persistenti violazioni degli standard europei sui diritti umani commesse dagli Stati Membri europei.  La EHF apprezza la proposta della Commissione di rinforzare la protezione del principio di legalità in Europa(7) ma teme che il meccanismo proposto non sia sufficiente. La Commissione propone di creare un sistema di allarme avanzato che preceda e integri i meccanismi dell’art. 7 TEU, permettendo alla Commissione di iniziare un dialogo con gli Stati Membri in caso di minacce continuative al principio di legalità. Sebbene la nuova struttura possa portare trasparenza nel processo di dialogo tra la Commissione e lo Stato Membro che si stia allontanando dalla democrazia, essa sarà efficace solo se la Commissione sarà genuinamente determinata ad avviare una procedura relativa all’art. 7 se la discussione fallisce. Inoltre questo meccanismo non permette una valutazione sistematica del rispetto delle esigenze della democrazia e del principio di legalità da parte di ogni Stato Membro, ma anche della sua tutela dei diritti fondamentali e dei valori cui si riferiscono l’art. 2 TEU e la Carta dei Diritti Fondamentali.
Noi crediamo dunque che l’Europa dovrebbe rinforzare la sua reazione contro le violazioni dei diritti umani al suo interno e costruire meccanismi istituzionali complementari
(7)Bruxelles, 19/3/2014 com(2014) 158 finale/2  comunicazione dalla commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio: una nuova struttura per rinforzare il principio di legalità
RACCOMANDAZIONI – La presidenza italiana del Consiglio dovrebbe:
- Fare pressione per l’adozione di una strategia e di un piano di azione globali sui diritti umani da applicare al suo interno e nella sua politica interna. La EHF apprezza l’adozione della struttura e piano d’azione strategici Europei per i diritti umani e la democrazia del 2012, ma si rammarica che sia limitato alla politica estera europea. Questa strategia dovrebbe permettere all’Europa di sviluppare una risposta coordinata e collettiva alle minacce ai diritti umani anche al suo interno
- Chiedere alla Commissione Europea di utilizzare più efficacemente gli strumenti esistenti, come le procedure di infrazione, per affrontare tutte le questioni relative ai diritti umani e non solo quando ci sono infrazioni di uno specifico provvedimento di una legge europea
- Esercitare forte pressione sulle istituzioni europee perché adottino la nuova Struttura Europea per rinforzare il principio di legalità che è stata presentata dalla Commissione nel marzo 2014 come primo necessario passo per tutelare il principio di legalità in Europa
- Sostenere e dar seguito alla proposta del Parlamento Europeo di realizzare un nuovo meccanismo indipendente -noto come il “meccanismo di Copenhagen”(8)- per assicurare che i diritti e i valori fondamentali dell’Unione riportati nell’art. 2 del Trattato Europeo e nella Carta dei Diritti Fondamentali siano rispettati, tutelati e applicati da tutti gli Stati Membri dopo la loro entrata in Europa (e non solo prima). Questo meccanismo dovrebbe garantire sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive. Dovrebbe anche coinvolgere le istituzioni del Consiglio d’Europa e l’Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali.
La EHF si rammarica che le istituzioni europee si dimostrino entusiaste dell’adozione di strategie globali di promozione e tutela dei diritti fondamentali nella loro politica estera, ma sembrino riluttanti ad adottare le stesse strategie all’interno dei confini europei. La EHF dunque chiede alla Presidenza italiana del Consiglio di fare pressione sulla Commissione e sul Consiglio affinché vengano adottate strategie interne che rispecchino le posizioni della politica estera europea sui diritti fondamentali, compresi quelli sulla libertà religiosa e di credenza, sulla libertà di espressione e sui diritti delle persone LGBTI.
(8)Relazione sulla situazione dei diritti fondamentali: standard e pratiche in Ungheria (facente seguito alla risoluzione del Parlamento Europeo del 16 febbraio 2012), (2012/2013 (ini)); risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali in Europa del 27 febbraio 2014
QUESTIONI INTERNE ITALIANE
Sebbene il principio di laicità sia stato fermamente riconosciuto dai tribunali come “principio supremo” del sistema costituzionale italiano, l’imparzialità dello Stato rispetto alle credenze e all’uguaglianza di diritti di tutte le denominazioni religiose, tristemente, non è ancora stata raggiunta.
La libertà di espressione, per esempio, è limitata legalmente -la “blasfemia” può essere ancora soggetta a sanzioni economiche(9)- e indebolita indirettamente dalla sproporzionata quantità di tempo e di risorse concesse alla Chiesa cattolica nei media dallo Stato e dai livelli di governo regionali e comunali.
Nello stesso modo, i credenti cattolici e la Chiesa Cattolica sono privilegiati dalla esistenza stessa del Concordato e dai numerosi vantaggi fiscali ed economici garantiti alla Chiesa. Anche nell’area educativa i non-credenti sono discriminati perché, rispetto alla loro legittima scelta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica,  spesso nelle scuole non è garantita l’ora della materia alternativa prevista dalla legge.
Diritti fondamentali come l’aborto, la procreazione medicalmente assistita, le direttive anticipate di trattamento medico/testamento biologico e il diritto di morire con dignità sono minacciati o semplicemente ignorati del tutto.
Molto preoccupata per questa persistente situazione discriminatoria, la EHF vuole richiamare l’attenzione del governo italiano sulle seguenti questioni specifiche.
  • Rispetto della laicità e separazione tra istituzioni pubbliche e religione
RACCOMANDAZIONI – Il governo italiano dovrebbe:
-  Riformare la raccolta dell’Otto per mille in modo che lo Stato trattenga la parte delle tasse sul reddito ad esso assegnata dai contribuenti. Questa parte non deve essere girata alla Chiesa cattolica (come è successo quest’anno, così come in molti degli anni precedenti). Inoltre la quota relativa alle scelte inespresse non dovrebbe essere distribuita in proporzione al numero di contribuenti che hanno dichiarato espressamente la scelta del beneficiario, ma dovrebbe essere trattenuta dallo Stato o essere destinata ai Comuni di residenza di quei contribuenti.
- Revocare il Concordato (e tutta la legislazione relativa), sostituendolo con un accordo simile alle vigenti Intese tra lo stato e le altre confessioni religiose.
- Vietare la esposizione di simboli religiosi in tutti gli edifici pubblici (scuole, luoghi di rappresentanza, tribunali, ospedali, ospizi, caserme e seggi elettorali).
(8)Articolo 724 del Codice Penale
Nessun lavoratore del pubblico impiego, mentre è in servizio, dovrebbe portare simboli religiosi ostentati (compresi gli insegnanti).
  • Promuovere la libertà di scelta
RACCOMANDAZIONI – Il governo italiano dovrebbe:
-  Tutelare la salute e i diritti delle donne controllando l’utilizzo della obiezione di coscienza nelle aree della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti (SRHR), ed assicurare sempre e comunque alle donne la disponibilità dell’aborto (sia chirurgico, che farmacologico, mediante la pillola abortiva RU486) in tutti gli ospedali e in tutte le regioni italiane, come previsto dalla legge 194. Sebbene l’aborto in Italia sia legale, in pratica oltre il 70% dei medici e del personale paramedico rifiuta di praticarlo, invocando l’ “obiezione di coscienza”
-  Sulla stessa linea, garantire la disponibilità dei contraccettivi di emergenza (pillola del giorno dopo e dei 5 giorni dopo) in tutte le farmacie e in tutti gli ospedali pubblici, senza prescrizione medica
-  Rispettare le sentenze della Corte Costituzionale sulla procreazione medicalmente assistita e permettere la fecondazione assistita eterologa per tutte le coppie, comprese le coppie omosessuali
-  Riconoscere validità vincolante alle direttive anticipate di trattamento medico/testamento biologico, che significa l’assoluto rispetto della volontà del paziente, nel rifiutare o nel chiedere la sospensione di ogni tipo di trattamento medico non desiderato (compresi la respirazione, l’alimentazione e l’idratazione artificiali)
-  Rispettare il diritto delle persone di morire con dignità, legalizzando il suicidio assistito e l’eutanasia all’interno di stretti vincoli (come in Svizzera, Belgio e Olanda)
-  Eliminare le restrizioni esistenti sulla libertà di ricerca scientifica e premettere la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane (come minimo permettere la ricerca utilizzando gli embrioni soprannumerari dopo il trattamento di fecondazione assistita).
  • Lottare per l’uguaglianza e la non-discriminazione
RACCOMANDAZIONI – Il governo italiano dovrebbe:
-  Introdurre il riconoscimento legale delle unioni civili per tutte le coppie conviventi (di sesso diverso o dello stesso sesso)
-  Garantire alle coppie omosessuali gli stessi diritti al matrimonio e all’adozione di quelli delle coppie eterosessuali unite in matrimonio
-  Sviluppare un piano di azione globale per affrontare la persistente omofobia in Italia, per perseguire penalmente i crimini motivati dall’odio per l’orientamento sessuale e per garantire il rispetto dei diritti delle persone LGBTI come richiesto dal Piano Europeo contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere(10)
-  Approvare la legge sul divorzio “breve”.
  • Promuovere la libertà di educazione
RACCOMANDAZIONI – Il governo italiano dovrebbe:
-  Revocare le legislazioni statali e regionali che permettono il finanziamento diretto o indiretto delle scuole paritarie private, nel 95% dei casi cattoliche  (oggi surrettiziamente e impropriamente definite “pubbliche”) nel rispetto dell’articolo 33 della Costituzione Italiana
-  Abolire l’insegnamento di religione cattolica in tutte le scuole pubbliche. Come primo passo, garantire sempre l’attivazione dell’insegnamento della materia alternativa alla religione cattolica ogni volta che viene richiesta (per esempio con l’insegnamento di storia delle religioni e del libero pensiero) in modo da garantire uguale trattamento a tutte le credenze
-  Assicurare l’insegnamento curriculare nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado delle materie dell’ educazione alla cittadinanza, dell’educazione sessuale e della storia delle religioni e del libero pensiero.
(10)Piano Europeo contro l’omofobia e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere (2013/2183(INI)), 8 gennaio 2014.
  
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