TEMPI DI
DICHIARAZIONE DEI REDDITI: LA
TRUFFA DELL’8 PER MILLE
Premessa
La Repubblica italiana riconosce la libertà di
religione, di culto e di associazione. Il nostro ordinamento giuridico
prevede poi specifici regimi per i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica
(Concordato) e lo Stato e le altre confessioni religiose (Intese).All’interno
di questo complesso insieme di disposizioni la legislazione statale dal 1984
prevede anche il finanziamento diretto da parte dello Stato. Tale meccanismo
è noto come “otto per mille”, consistendo nella destinazione di una quota
pari all’8 x 1000 del gettito IRPEF allo Stato, alla Chiesa cattolica o alle
confessioni religiose che hanno stipulato una Intesa con lo Stato che preveda
tale finanziamento (la
Chiesa Valdese, l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane
Avventiste del 7° giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e la Chiesa Evangelica Luterana in
Italia).L’istituto dell’otto per mille è stato introdotto per superare il
precedente istituto noto come “congrua” (il finanziamento diretto dello Stato
alla Chiesa cattolica per pagare gli stipendi e le pensioni dei sacerdoti),
configurando un nuovo meccanismo che fosse in grado di fornire mezzi adeguati
e quantitativamente comparabili ai precedenti ed allo stesso tempo affidare
ai cittadini la scelta in merito.Pochi italiani sono a conoscenza di come
funziona il meccanismo del cosiddetto 8 per mille dell’IRPEF. E’ necessario
che il Ministero dell’Economia si faccia promotore di una campagna di
informazione che restituisca agli italiani la possibilità di scegliere
coscientemente, come la legge vuole, la destinazione di questa parte del
proprio reddito.
La situazione attuale
Il contribuente può indicare a chi devolvere la
sua quota dell’8 per mille dell’IRPEF. Quello che non molti sanno è che chi
non dà alcuna indicazione vede la sua quota versata ai soggetti ammessi, ed
elencati in fondo al modulo di dichiarazione dei redditi, in modo
proporzionale alle preferenze che gli altri (e non lui) hanno espresso. In
altre parole, chi non ha indicato alcuna scelta, vede la sua quota devoluta a
soggetti per i quali può anche provare la massima repulsione o diffidenza. E’
questo uno dei tanti imbrogli italiani, consumato ai danni di milioni di
persone alle quali viene negata una corretta informazione su cosa si fa dei
loro quattrini.E’ avvenuto così che negli ultimi anni la chiesa cattolica,
pur avendo ottenuto indicazioni corrispondenti a meno del 30% del totale, sia
riuscita ad accapararsi quasi il 90% dell’ammontare totale dell’8 per mille
dell’IRPEF (circa 1 miliardo di euro, invece di circa 300 milioni di euro che
le spetterebbero effettivamente): inoltre, per le somme percepite, la CEI presenta un rendiconto a
carattere informativo, non soggetto ad alcun controllo da parte dell’autorità
statale.A tal fine è stata ed è ulteriormente aiutata dalla del tutto
inesistente opera di divulgazione e propaganda che lo Stato italiano ha fatto
e fa in favore della propria quota dell’8 per mille (della quale occorre
ancora ricordare che, in passato, larga parte veniva destinata mediamente ad
interventi riferiti al culto cattolico); questa latitanza dello Stato si
contrappone alla martellante propaganda che la Chiesa cattolica ha fatto
e fa sempre più attivamente, con vere e proprie campagne pubblicitarie, che
incidono per circa l’1% dei ricavi (circa 10 milioni di euro), in favore
della propria quota dell’8 per mille.
Esaurito l'otto per mille dello
Stato: nessun progetto sarà finanziato
Spiacenti il conto è in rosso. Suona un po' così il comunicato apparso
sabato 26 gennaio con cui la
Presidenza del Consiglio dei ministri ha reso noto che per
l'anno 2012 non ci sarà nessun decreto di ripartizione dell'otto per mille
dell'Irpef a diretta gestione statale. La motivazione è chiara: «per mancanza
di disponibilità finanziaria». Così come è chiara la diretta conseguenza:
«nessuno dei progetti presentati con scadenza 15 marzo 2012 è stato ammesso a
contributo».
Il fondo segna zero
La somma dell'8 per mille targata 2012 su cui lo Stato ha una gestione diretta
ammonta, spiega sempre Palazzo Chigi, a 181.781.492 euro, ma allo stato
attuale il fondo segna zero. Le «numerose decurtazioni» previste da
provvedimenti legislativi, spiega ancora la Presidenza con tanto
di distinta, «ne hanno azzerato la disponibilità».
Oltre 121 milioni per esigenze di protezione civile
Oltre 121 milioni di euro hanno fatto fronte alle esigenze della protezione
civile. Di questi, 64 milioni sono stati destinati al funzionamento della
flotta aerea necessaria soprattutto per le far fronte all'emergenza incendi,
e 57 milioni sono invece andati ad alimentare direttamente il Fondo di
protezione civile.
Con le manovre persa una fetta pari a poco più di 24 milioni
Dalla rimodulazione delle manovre finanzarie dell'ultimo anno l'8 per mille
dello Stato ha perso un'altra fetta pari a a poco più di 24 milioni di euro.
I colpi di grazia che hanno portato all'azzeramento del fondo sono state le
calamità del febbraio 2012, che hanno assorbito altri 4 milioni di euro, e,
infine, l'ultima legge di stabilità che ha destinato agli eccezionali eventi
alluvionali, atmosferici e alle precipitazioni nevose verificatesi
nell'ultimo triennio i restanti 32,7 milioni di euro.
Tutto bene, quindi?
No, perchè l'anomala e positiva situazione dell'otto per mille relativo al
2012, rischia di essere un'eccezione che potrebbe non più ripetersi nei
prossimi anni.
Una proposta per il futuro
Se questo è il quadro della situazione, sorge
immediatamente una considerazione.Perché la quota inoptata dell’8 per mille
non viene per intero destinata ad alimentare un fondo permanente destinato
alle emergenze per calamità naturali quali terremoti, alluvioni, frane? E,
per la quota che auspicabilmente non dovesse essere assorbita dalle
emergenze, finalizzato ad interventi di ricostruzione, adeguamento,
prevenzione del rischio? Questo fondo dovrebbe essere oggetto di una gestione
e rendicontazione separata dal Bilancio dello Stato, affidata ad una
authority ad hoc, indipendente dal Governo.E, qualora si insistesse a
perpetuare l’imbroglio ai danni degli italiani sull’attribuzione della quota
inoptata, si potrebbe proporre di inserire tra i possibili beneficiari dell’8
per mille un “fondo emergenze”, con l’obbligo, per questo, e per lo Stato
italiano, di pubblicizzare, propagandare e promuovere le proprie attività,
esattamente come fa la Chiesa
cattolica. Molti italiani sarebbero felici di dare questo contributo e la
quota dell’8 per mille rimasta senza opzione andrebbe a ridursi
sensibilmente.
Per la dichiarazione dei redditi del 2012
Fino a quando non verranno introdotte
significative modifiche in senso di rispetto della laicità delle istituzioni
relativamente al meccanismo di assegnazione dell’8 per mille fra lo Stato, la Chiesa cattolica e le
altre confessioni religiose, nonché relativamente alla destinazione dei fondi
dello Stato derivanti dal gettito della propria quota dell’8 per mille, il
nostro invito ai cittadini che hanno a cuore la laicità delle istituzioni, è
quello di non devolvere né alla Chiesa cattolica, né allo Stato (le due
opzioni rischiano troppo spesso di coincidere) il proprio 8 per mille, bensì
di destinarlo ad una delle confessioni religiose minoritarie, controllando
con attenzione come tali fondi vengono spesi ed utilizzati dalle singole
organizzazioni religiose, di anno in anno.
Vigilanza laica!
TEMPI DI
DICHIARAZIONE DEI REDDITI: PER UN BUON USO DEL 5 PER MILLE
Destina il Tuo 5x1000 alla Consulta
Torinese per la Laicità
delle Istituzioni
Nei suoi anni di attività la Consulta è stata
protagonista di numerosissime iniziative, convegni e proposte,
caratterizzandosi come uno dei più attivi istituti culturali piemontesi, in
costante crescita di adesioni e progetti, esempio e punto di riferimento per
la nascita di numerose Consulte gemelle in altre città italiane.Anche
quest’anno il calendario delle iniziative è denso di progetti ad alto
contenuto culturale e di attualità: la Giornata di Giordano Bruno, la Quarta “Rassegna biennale
del Cinema Laico”, la
Lectio Magistralis sulla Laicità collegata al Premio
Adriano Vitelli “Laico dell’Anno”, la Commemorazione
del XX Settembre e la
Manifestazione “Laici in piazza", il Convegno di studi
annuale su "Scienza e Laicità”, i corsi di bioetica laica e di storia
del pensiero laico all'UNITRE, i corsi di storia delle religioni e del libero
pensiero e di storia della massoneria all'Università Popolare, i corsi
sperimentali di storia delle religioni e del libero pensiero come ora
alternativa alla religione cattolica nelle scuole, il corso di educazione
sessuale nelle scuole secondarie superiori, il percorso turistico “Alla
scoperta di Torino laica, risorgimentale e massonica”, le presentazioni di
libri, la produzione di DVD, le mostre storiche, la collaborazione e la cura
della rivista “Quaderni Laici”, sono solo alcuni esempi delle iniziative in
programma.I mezzi di cui la
Consulta dispone sono tuttavia ben lontani dall’essere
adeguati ad un simile sforzo. La
Consulta infatti non è riconosciuta al pari degli altri
istituti culturali della Regione Piemonte, non essendo inserita nella legge
regionale 49 che da tempo attende una revisione. Soltanto la convinta
adesione ed il concreto sostegno, anche economico, dei cittadini alle
attività della Consulta potrà consentirci di far fronte a queste importanti
iniziative culturali e ai sempre più impegnativi compiti che attendono le
battaglie per la difesa della laicità delle istituzioni e per la diffusione
della cultura laica.
Ti chiediamo di destinare il 5 per
mille dell’IRPEF a sostegno della Consulta Torinese per la Laicità delle
Istituzioni. Questa scelta non comporta una spesa per Te, essendo
una quota d'imposta a cui lo Stato rinuncia. Se non effettuerai alcuna
scelta, il 5 per mille resterà allo Stato.
Come devolvere il 5x1000 alla Consulta
Torinese per la Laicità
delle Istituzioni?
È davvero semplice:
1. compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello
Unico;
2. firma nel riquadro "Sostegno delle organizzazioni non lucrative
di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale..."
3. indica il codice fiscale della Consulta Torinese per la Laicità delle
Istituzioni: 97663330013
Puoi destinare il 5x1000 anche chi non
compila la dichiarazione dei redditi, ovvero la persone che hanno
solo il modello CUD fornitogli dal datore di lavoro o dall'ente erogatore
della pensione.
Come fare?
È sufficiente compilare la scheda e
presentarla, in busta chiusa:
- allo
sportello di un ufficio postale o a uno sportello
bancario che provvederà a trasmetterle all'Amministrazione
finanziaria (il servizio è gratuito)
oppure
- a
un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialista,
CAF, etc.) Quest'ultimo deve rilasciare, anche se non
richiesta, una ricevuta, attestante l'impegno a trasmettere le scelte.
Sulla busta occorre scrivere:
"scelta per la destinazione del cinque per mille dell'Irpef", e
indicare cognome, nome e codice fiscale del contribuente.
Grazie per
aiutarci a difendere la laicità delle istituzioni ed a diffondere la
cultura laica!
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