domenica 12 maggio 2013

8 e 5 x mille, Vigilanza Laica



TEMPI DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI: LA TRUFFA DELL’8 PER MILLE
Premessa
La Repubblica italiana riconosce la libertà di religione, di culto e di associazione. Il nostro ordinamento giuridico prevede poi specifici regimi per i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica (Concordato) e lo Stato e le altre confessioni religiose (Intese).All’interno di questo complesso insieme di disposizioni la legislazione statale dal 1984 prevede anche il finanziamento diretto da parte dello Stato. Tale meccanismo è noto come “otto per mille”, consistendo nella destinazione di una quota pari all’8 x 1000 del gettito IRPEF allo Stato, alla Chiesa cattolica o alle confessioni religiose che hanno stipulato una Intesa con lo Stato che preveda tale finanziamento (la Chiesa Valdese, l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Chiesa Evangelica Luterana in Italia).L’istituto dell’otto per mille è stato introdotto per superare il precedente istituto noto come “congrua” (il finanziamento diretto dello Stato alla Chiesa cattolica per pagare gli stipendi e le pensioni dei sacerdoti), configurando un nuovo meccanismo che fosse in grado di fornire mezzi adeguati e quantitativamente comparabili ai precedenti ed allo stesso tempo affidare ai cittadini la scelta in merito.Pochi italiani sono a conoscenza di come funziona il meccanismo del cosiddetto 8 per mille dell’IRPEF. E’ necessario che il Ministero dell’Economia si faccia promotore di una campagna di informazione che restituisca agli italiani la possibilità di scegliere coscientemente, come la legge vuole, la destinazione di questa parte del proprio reddito.
La situazione attuale
Il contribuente può indicare a chi devolvere la sua quota dell’8 per mille dell’IRPEF. Quello che non molti sanno è che chi non dà alcuna indicazione vede la sua quota versata ai soggetti ammessi, ed elencati in fondo al modulo di dichiarazione dei redditi, in modo proporzionale alle preferenze che gli altri (e non lui) hanno espresso. In altre parole, chi non ha indicato alcuna scelta, vede la sua quota devoluta a soggetti per i quali può anche provare la massima repulsione o diffidenza. E’ questo uno dei tanti imbrogli italiani, consumato ai danni di milioni di persone alle quali viene negata una corretta informazione su cosa si fa dei loro quattrini.E’ avvenuto così che negli ultimi anni la chiesa cattolica, pur avendo ottenuto indicazioni corrispondenti a meno del 30% del totale, sia riuscita ad accapararsi quasi il 90% dell’ammontare totale dell’8 per mille dell’IRPEF (circa 1 miliardo di euro, invece di circa 300 milioni di euro che le spetterebbero effettivamente): inoltre, per le somme percepite, la CEI presenta un rendiconto a carattere informativo, non soggetto ad alcun controllo da parte dell’autorità statale.A tal fine è stata ed è ulteriormente aiutata dalla del tutto inesistente opera di divulgazione e propaganda che lo Stato italiano ha fatto e fa in favore della propria quota dell’8 per mille (della quale occorre ancora ricordare che, in passato, larga parte veniva destinata mediamente ad interventi riferiti al culto cattolico); questa latitanza dello Stato si contrappone alla martellante propaganda che la Chiesa cattolica ha fatto e fa sempre più attivamente, con vere e proprie campagne pubblicitarie, che incidono per circa l’1% dei ricavi (circa 10 milioni di euro), in favore della propria quota dell’8 per mille.
Esaurito l'otto per mille dello Stato: nessun progetto sarà finanziato
Spiacenti il conto è in rosso. Suona un po' così il comunicato apparso sabato 26 gennaio con cui la Presidenza del Consiglio dei ministri ha reso noto che per l'anno 2012 non ci sarà nessun decreto di ripartizione dell'otto per mille dell'Irpef a diretta gestione statale. La motivazione è chiara: «per mancanza di disponibilità finanziaria». Così come è chiara la diretta conseguenza: «nessuno dei progetti presentati con scadenza 15 marzo 2012 è stato ammesso a contributo».
Il fondo segna zero
La somma dell'8 per mille targata 2012 su cui lo Stato ha una gestione diretta ammonta, spiega sempre Palazzo Chigi, a 181.781.492 euro, ma allo stato attuale il fondo segna zero. Le «numerose decurtazioni» previste da provvedimenti legislativi, spiega ancora la Presidenza con tanto di distinta, «ne hanno azzerato la disponibilità».
Oltre 121 milioni per esigenze di protezione civile
Oltre 121 milioni di euro hanno fatto fronte alle esigenze della protezione civile. Di questi, 64 milioni sono stati destinati al funzionamento della flotta aerea necessaria soprattutto per le far fronte all'emergenza incendi, e 57 milioni sono invece andati ad alimentare direttamente il Fondo di protezione civile.
Con le manovre persa una fetta pari a poco più di 24 milioni
Dalla rimodulazione delle manovre finanzarie dell'ultimo anno l'8 per mille dello Stato ha perso un'altra fetta pari a a poco più di 24 milioni di euro. I colpi di grazia che hanno portato all'azzeramento del fondo sono state le calamità del febbraio 2012, che hanno assorbito altri 4 milioni di euro, e, infine, l'ultima legge di stabilità che ha destinato agli eccezionali eventi alluvionali, atmosferici e alle precipitazioni nevose verificatesi nell'ultimo triennio i restanti 32,7 milioni di euro.
Tutto bene, quindi?
No, perchè l'anomala e positiva situazione dell'otto per mille relativo al 2012, rischia di essere un'eccezione che potrebbe non più ripetersi nei prossimi anni.
Una proposta per il futuro
Se questo è il quadro della situazione, sorge immediatamente una considerazione.Perché la quota inoptata dell’8 per mille non viene per intero destinata ad alimentare un fondo permanente destinato alle emergenze per calamità naturali quali terremoti, alluvioni, frane? E, per la quota che auspicabilmente non dovesse essere assorbita dalle emergenze, finalizzato ad interventi di ricostruzione, adeguamento, prevenzione del rischio? Questo fondo dovrebbe essere oggetto di una gestione e rendicontazione separata dal Bilancio dello Stato, affidata ad una authority ad hoc, indipendente dal Governo.E, qualora si insistesse a perpetuare l’imbroglio ai danni degli italiani sull’attribuzione della quota inoptata, si potrebbe proporre di inserire tra i possibili beneficiari dell’8 per mille un “fondo emergenze”, con l’obbligo, per questo, e per lo Stato italiano, di pubblicizzare, propagandare e promuovere le proprie attività, esattamente come fa la Chiesa cattolica. Molti italiani sarebbero felici di dare questo contributo e la quota dell’8 per mille rimasta senza opzione andrebbe a ridursi sensibilmente.
Per la dichiarazione dei redditi del 2012
Fino a quando non verranno introdotte significative modifiche in senso di rispetto della laicità delle istituzioni relativamente al meccanismo di assegnazione dell’8 per mille fra lo Stato, la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose, nonché relativamente alla destinazione dei fondi dello Stato derivanti dal gettito della propria quota dell’8 per mille, il nostro invito ai cittadini che hanno a cuore la laicità delle istituzioni, è quello di non devolvere né alla Chiesa cattolica, né allo Stato (le due opzioni rischiano troppo spesso di coincidere) il proprio 8 per mille, bensì di destinarlo ad una delle confessioni religiose minoritarie, controllando con attenzione come tali fondi vengono spesi ed utilizzati dalle singole organizzazioni religiose, di anno in anno.
Vigilanza laica!
TEMPI DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI: PER UN BUON USO DEL 5 PER MILLE
Destina il Tuo 5x1000 alla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
Nei suoi anni di attività la Consulta è stata protagonista di numerosissime iniziative, convegni e proposte, caratterizzandosi come uno dei più attivi istituti culturali piemontesi, in costante crescita di adesioni e progetti, esempio e punto di riferimento per la nascita di numerose Consulte gemelle in altre città italiane.Anche quest’anno il calendario delle iniziative è denso di progetti ad alto contenuto culturale e di attualità: la Giornata di Giordano Bruno, la Quarta “Rassegna biennale del Cinema Laico”, la Lectio Magistralis sulla Laicità collegata al Premio Adriano Vitelli  “Laico dell’Anno”, la Commemorazione del XX Settembre e la Manifestazione “Laici in piazza", il Convegno di studi annuale su "Scienza e Laicità”, i corsi di bioetica laica e di storia del pensiero laico all'UNITRE, i corsi di storia delle religioni e del libero pensiero e di storia della massoneria all'Università Popolare, i corsi sperimentali di storia delle religioni e del libero pensiero come ora alternativa alla religione cattolica nelle scuole, il corso di educazione sessuale nelle scuole secondarie superiori, il percorso turistico “Alla scoperta di Torino laica, risorgimentale e massonica”, le presentazioni di libri, la produzione di DVD, le mostre storiche, la collaborazione e la cura della rivista “Quaderni Laici”, sono solo alcuni esempi delle iniziative in programma.I mezzi di cui la Consulta dispone sono tuttavia ben lontani dall’essere adeguati ad un simile sforzo. La Consulta infatti non è riconosciuta al pari degli altri istituti culturali della Regione Piemonte, non essendo inserita nella legge regionale 49 che da tempo attende una revisione. Soltanto la convinta adesione ed il concreto sostegno, anche economico, dei cittadini alle attività della Consulta potrà consentirci di far fronte a queste importanti iniziative culturali e ai sempre più impegnativi compiti che attendono le battaglie per la difesa della laicità delle istituzioni e per la diffusione della cultura laica.
Ti chiediamo di destinare il 5 per mille dell’IRPEF a sostegno della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni. Questa scelta non comporta una spesa per Te, essendo una quota d'imposta a cui lo Stato rinuncia. Se non effettuerai alcuna scelta, il 5 per mille resterà allo Stato.
Come devolvere il 5x1000 alla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni?
È davvero semplice:

1. compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico;

2. firma nel riquadro "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale..."

3. indica il codice fiscale della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni: 97663330013

Puoi destinare il 5x1000 anche chi non compila la dichiarazione dei redditi, ovvero la persone che hanno solo il modello CUD fornitogli dal datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione.
Come fare?
È sufficiente compilare la scheda e presentarla, in busta chiusa:
  • allo sportello di un ufficio postale o a uno sportello bancario che provvederà a trasmetterle all'Amministrazione finanziaria (il servizio è gratuito)

oppure
  • a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialista, CAF, etc.) Quest'ultimo deve rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta, attestante l'impegno a trasmettere le scelte.
Sulla busta occorre scrivere: "scelta per la destinazione del cinque per mille dell'Irpef", e indicare cognome, nome e codice fiscale del contribuente.
Grazie per aiutarci a difendere la laicità delle istituzioni ed a diffondere la cultura laica!

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