domenica 12 maggio 2013

Educare al Pregiudizio? No grazie


COMUNICATO STAMPA

“Educare al pregiudizio? No grazie”

Siamo arrivati al triste paradosso che in momenti formativi dedicati alla “accoglienza della diversità” vengono proposti pregiudizi retrogradi nei confronti dell’omosessualità: il tutto con patrocinio della Commissione pari opportunità della provincia, dall'Ufficio pari opportunità provinciale e dal Comune di Verbania. Ci associamo dunque alla denuncia proposta da Marco Coppola presidente Arcigay Nuovi Colori ed  Elena Broggi presidente AGEDO Verbania onlus, che rendono nota una vicenda dai contorni davvero inquietanti. Che vede come “protagonista” la pedagogista Luisa Fressoia conduttrice di un percorso formativo che ha coinvolto diverse classi di istituti della nostra provincia.  Fressoia ha relazionato il lavoro svolto in un incontro a Villa Giulia della Scuola per Genitori intitolato “Come accogliere la diversità. Dalla diversità culturale alle differenze sessuali. Le voci dei ragazzi a scuola”. Tema interessante, lodevole iniziativa….Peccato che la pedagogista in questione abbia sostenuto tesi inaccettabili, ben riassunte dal comunicato di Arcigay e Agedo. Tesi che riprendono le solite argomentazioni trite e ritrite,  retrograde ed oscurantiste, di chi vede l’omosessualità come “qualcosa da riparare”. Biancofiore Style per intenderci, con tutto il corollario di attacco ai movimenti per i diritti lgbt ed il consueto logoro argomentario ideologico di chi artificiosamente contrappone le famiglie eterosessuali considerate naturali, alle coppie omosessuali (evidentemente a torto non ritenute tali). Come Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni chiediamo alle istituzioni pubbliche che hanno patrocinato questa iniziativa di prendere seccamente distanza da queste teorie del tutto antiscientifiche (in netto contrasto con quanto le discipline pedagogiche, psicologiche, educative oggi affermano). Chiediamo con forza agli Istituti coinvolti di interrompere immediatamente ogni collaborazione con la pedagogista in oggetto. Invitiamo inoltre le associazioni di pedagogisti,  formatori, educatori e le facoltà di scienze della formazione  a stigmatizzare duramente l’accaduto. Nessuno abbia il diritto di travestire il pregiudizio spacciandolo per formazione e pratica pedagogica. Cose di questo genere avvengono nel nostro Paese, avvelenato da forme di invadenza clericale che ne bloccano lo sviluppo e la modernizzazione. Un Paese che, mentre la Francia approva il matrimonio egualitario, nemmeno è riuscito a varare una legge contro l’omofobia. Noi non ci arrendiamo e sappiamo che un giorno potremo scrivere pagine più felici e che anche l’Italia finalmente uscirà dal medioevo.
Jean – Félix Kamba Nzolo (coordinatore della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni)
Fabio Ruta (segretario organizzativo della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni)

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